Mi dissero “Non maritare mai un agricoltore!” Ed io?… Ovviamente ho fatto il contrario!
Felicemente sposata con quel che in zona si definisce contadino o in gergo dialettale bergamin.
D’altronde come non condividere pienamente la scelta che fecero mia nonna e a seguire mia mamma?!
Per i miei nonni si trattava di un magro lavoro che sostentava a fatica la famiglia, vivevano dei loro prodotti ed entrambi, prole al seguito, dedicarono la loro intera vita a pascoli e bestie; per mio papà invece era un hobby, un secondo lavoro a cui però si dedicava anima e corpo. Non ricordo con precisione quale sia stato il mio primo approccio con la vita contadina; mi rammento, probabilmente più per i racconti che per memoria, il giorno in cui mio papà mi prese in braccio e mi portò al pascolo dove teneva le pecore, io custodivo tra le mie mani un sacchetto di carta con del pane secco. Una volta entrati nel recinto vidi le pecore radunate al lato opposto, lontane da noi, e ne rimasi piuttosto delusa. Mio papà allora, intuendo la mia delusione, prese il sacco e la mia mano, li scosse energicamente e urlò “Tale, tale, tale”. In men che non si dica, le tale lanose furono ai nostri piedi impazienti e affamate; mio padre allarmato ed io stretta al suo collo, con le mutandine bagnate per la paura!
Per questo quando mio marito Claudio ha proposto di portare nostra figlia a vedere le pecore, ho preso le dovute precauzioni, pannolino incluso 😉
Ho proposto che fossimo noi ad avvicinarci alle pecore, così che lei avesse tempo e modo per abituarsi. Qualcuna ci veniva incontro, ma per lo più seguivano Claudio, io mi premuravo di mantenere le distanze “di sicurezza” ma alla fine davanti alla infinita tenerezza di una pecora che allattava il suo agnellino non ho saputo resistere; mi sono chinata e le ho permesso di accarezzarli, mentre il piccolo noncurante della nostra presenza, continuava a bere il suo latte..
Ancora oggi, durante la transumanza, quando io sono a capo del gregge, corro a perdifiato per non farmi raggiungere, ma più aumento il passo, più loro aumentano il trotto; mia figlia invece si dedica a coccolare gli orfanelli e dare loro il biberon pieno di latte.
Che dire… tutta sua madre! 😉
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